martedì 13 dicembre 2011

Caprera, rinascono gli Orti di Garibaldi


L'eroe dei due mondi era uno sperimentatore agricolo in anticipo sui tempi

MILANO - Sotto la camicia rossa batte un cuore slow: l'Ente parco della Maddalena, in occasione del 150mo anniversario dell'Unità d'Italia, celebra il Garibaldi bucolico. Nel 1855, infatti, l'eroe dei due mondi sbarca «in un'isola del mar Tirreno, mosso da amor di caccia e da curiosità», come annota Eugenio Canevazzi nel volume Garibaldi a Caprera.

L'idea è quella di creare, nelle aree conosciute come «Tola» e «Funtanaccia», un'azienda agricola sul modello della fazenda sudamericana. Quel sogno, adesso, rivive nel piano di recupero storico-paesaggistico, avviato l'anno scorso.

Complice l'incontro tra l'omonimo pronipote, responsabile dell'Istituto internazionale di studi Giuseppe Garibaldi, e il presidente del Parco della Maddalena, Giuseppe Bonanno.

SPERIMENTATORE - «All'università», ricorda Bonanno, «preparavo la tesi su Caprera e, in presenza di chiari interventi agronomici, non riuscivo a trovare fonti documentali». Più tardi, le scoverà al Museo del Risorgimento di Milano: «Moltissime lettere, quasi un diario», ricorda, «nelle quali descriveva la sua attività agricola sull'isola».

La scoperta è affascinante: «Garibaldi studiò un sistema d'irrigazione adatto al terreno granitico, propedeutico al lavoro nei campi. Per concimare la terra, e ridurre il grado di acidità, si servì di ossa animali». Talento da sperimentatore, ma in equilibrio con la natura: dal sovescio, l'immissione di cespugli dalle proprietà fertilizzanti sotto lo strato più superficiale del terreno, all'apicoltura. «Si fece arrivare un'arnia con le pareti di vetro dalla Gran Bretagna», spiega Bonanno, «per studiare il
comportamento delle api». Un capitale, d'ingegno umano e biodiversità, da valorizzare nello spirito del suo artefice.

LAVORI - La prima tranche del progetto, finanziata con circa 750 mila euro dal ministero dell'Ambiente, ha permesso la formazione di uno staff qualificato: agronomi, geologi forestali e addetti a ripulire l'area. Conclusa la fase di bonifica e monitoraggio, si dovrebbe passare a quella operativa: l'obiettivo più immediato è quello di realizzare un percorso, la Via degli orti (due chilometri da Stagnali fin sotto la casa di Garibaldi), con cartellonistica e passerelle.

È già stata approvata in conferenza dei servizi, con fondi per 500 mila euro, una parte dell'intervento Garibaldi agricoltore: recuperata la zona Fontanaccia, si dovrebbero restaurare altri ruderi garibaldini (lavatoio del grano, magazzino, casa delle api, diversi muretti a secco). L'iniziativa più originale prevede di aprire un laboratorio per l'estrazione di oli essenziali: «Abbiamo già avviato uno studio sulla caratterizzazione delle essenze», sottolinea Bonanno, «e vorremmo utilizzare l'antico vivaio
forestale per la messa a dimora. Stiamo cercando risorse sia in ambito nazionale, sia comunitario».

GARIBALDI LAB - Il Garibaldi lab potrebbe funzionare anche da piccola impresa locale, con la produzione e la vendita di preparati fitoterapici. «Tra le specie presenti sull'isola», spiega il presidente del Parco della Maddalena, «l'elicriso è un ottimo rigenerante cellulare, utilizzato nelle creme lenitive. Alcune piante, sulle quali stanno lavorando i nostri ricercatori, hanno anche proprietà antitumorali».

L'azienda agricola – olio, vino, miele – potrebbe essere affidata a piccole cooperative di giovani. Non solo: l'offerta potrebbe attrarre turismo sostenibile, destagionalizzato e meno impattante di quello estivo. Restyling ambizioso, ma a corto di mezzi: «Tra le molte iniziative per i 150 anni dell'Unità d'Italia», osserva Bonanni, «la nostra è una chicca». Oltre ai fondi pubblici, si pensa anche a sponsor privati: vero che l'area è demaniale, ma si potrebbero coinvolgere big del settore ortofrutticolo su interventi mirati.

Maria Egizia Fiaschetti - Il Corriere della Sera - 13 dicembre 2011 | 11:35

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