sabato 23 novembre 2013

Cachi, le mele d'Oriente


“Mela d'Oriente”, “loto del Giappone”. Il cachi, frutto dalla tradizione millenaria in Cina, fu anche definito “cibo degli dei” per il suo sapore estremamente dolce. Non esistono in Natura frutti che somglino al cachi; il loro colore – unico tra i prodotti autunnali – la loro polpa e il loro sapore, rendono queste tonde palle arancioni, uniche nel loro genere.

Il cachi è noto in botanica con il nome Diospyros kaki e la sua pianta si sviluppa su terra arida e siccitosa. Questo frutto è simbolo del tardo autunno, del momento dell’anno in cui il sole tende a rimanere più basso sull’orizzonte: il suo colore sembra dire che al suo interno siano rimasti imprigionati gli ultimi raggi caldi del sole, prima del sopraggiungere dell’inverno.

Nei giardini del nostro Paese il cachi venne coltivata già alla fine del XVIII secolo. L’albero ppare alto fino a dieci metri, ha grandi foglie caduche e il frutto si presenta rotondeggiante con la buccia fine, anche di colore giallo; la polpa, assai morbida, diviene quasi liquida quando giunge a piena maturazione.

Il cachi è un'eccellente fonte di proteine, di vitamina A, vitamina C e di potassio. Quando è acerbo è ricco di tannino che gli conferisce un sapore fortemente astringente. Alla fine del processo di maturazione invece, il tannino si riduce mentre aumentano gli zuccheri, conferendo al frutto il suo tipico sapore dolcissimo. I cachi sono nutrienti e ricchi d’energia: a novembre possono essere d’aiuto a chi accusa astenia, alle persone debilitate o magre, ma anche a chi soffre di stitichezza o colite (il cachi è un ottimo regolatore intestinale), ai convalescenti, ai bambini e nella terza età. I piccoli e gli anziani, infatti, lo amano molto perché è facilmente masticabile. Non è consigliabile invece ai diabetici, a chi soffre di soprappeso e ai malati di ulcera gastroduodenale.

Il cachi va consumato dopo la maturazione completa: la polpa, flaccida e gelatinosa, può esser mangiata con un cucchiaio, oppure essere utilizzata per la realizzazione di centrifughe di frutta, marmellate, macedonie e per insaporire yogurt o creme. In Giappone è l'ingrediente principe per la preparazione di alcuni vini (in genere a basso grado alcolico), oltre a prestarsi per la realizzazione del sakè.

In genere, il cachi va comprato ancora acerbo: per velocizzare la maturazione, è consigliato accostarvi mele in grado di sviluppare etilene, ormone gassoso che accelera il processo. Diverso invece l'impiego del cachi vaniglia (cachi mela): il frutto è simile alla mela per forma e consistenza (la polpa soda, quasi croccante, si taglia a fette), ma il sapore è quello tipico del cachi. Questo frutto si presta bene alle ricette per dolci.

Arianna Curcio (nexta)

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