domenica 28 marzo 2010

Adottare un orto, a Pagazzano si può

Adottare a distanza un maiale, oppure una lattuga. Per sentirsi un po' contadini virtuali, sorta di Avatar delle campagne. Ma anche per assicurarsi prodotti genuini e a costo contenuto, acquistati direttamente all'origine.

E' boom per la tendenza che vede sempre più italiani, specialmente giovani, diventare partner di aziende agricole. Più di centomila, secondo la Coldiretti, che ha fornito anche alcuni esempi: c'è persino una fattoria bergamasca. La Erika Project di Pagazzano, gestita da Silvio Negri, già impegnata nel recupero di disabili e soggetti disagiati, ha iniziato a proporre la possibilità di adottare un orto. Chi aderisce al progetto può indicare cosa coltivare e seguirne direttamente tutte le fasi, dalla semina al raccolto. In altre zone d'Italia si può adottare un albero, oppure un vigneto, o ancora una mucca, seguendone la vita attraverso una webcam, in una specie di grande fratello applicato al bestiame. Ma le iniziative che mirano a ripristinare il rapporto tra uomo urbanizzato e agricoltura sono le più disparate: a Quarrata, in provincia di Pistoia, una scuola ha adottato un intero campo di grano. Il raccolto servirà come ingrediente per la celebre schiacciata che
sarà servita nella mensa dell'istituto. Insomma, dal produttore al consumatore passando anche da Internet, visto che ad esempio la fattoria Corte Roeli consente di scegliere l'albero da adottare su una mappa online: la frutta raccolta sarà poi inviata a domicilio, con tanto di lettere che attesta la "paternità". Chi l'ha detto che il progresso uccide la natura.

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